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Gioco d'Azzardo Patologico

In collaborazione con
UOL - Medicina Legale
Laboratorio Tossicologia Forense
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Il GAP nell'adoloscenza



Vale la pena ricordare che il gioco d’azzardo patologico presenta una distribuzione per età che investe soprattutto le fasce giovanili tra i 18 e i 29 anni. Infatti l’adolescenza è un periodo di sviluppo neuro-cognitivo che comporta cambiamenti sostanziali nel comportamento, nell’affettività, nella ricerca e selezione degli stimoli più gratificanti e appaganti. Da ciò deriva l’aumento della predisposizione in questo periodo ad assumere comportamenti rischiosi.

Fig. 24 - Gioco d’azzardo patologico: modello esemplificato della distribuzione per età e risposta dopaminergica allo stimolo. Serpelloni, 2012.

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Nello specifico durante l’adolescenza si verifica una sbilanciamento tra il funzionamento delle strutture subcorticali (drive) e della corteccia prefrontale (controller). Le scarse capacità di controllo comportamentale, associate alla forte spinta verso la ricerca di stimoli ad alta capacità gratificante, possono determinare un aumento del rischio di condotte pericolose per la salute e l’integrità dell’adolescente.


Fig. 25 - Rappresentazione schematica delle differenze individuali e di età quali fattori di rischio per predire comportamenti rischiosi e altamente emotive negli adolescenti. Somerville et al., 2010.

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A conferma di ciò, come ben esemplificato nella seguente figura (Somerville et al, 2010), negli adolescenti le regioni prefrontali, deputate al decision making e al controllo comportamentale volontario, si sviluppano più tardi delle regioni limbiche, che sono responsabili invece agli impulsi emotivi e del craving verso stimoli gratificanti. Pertanto, la disponibilità da parte delle persone di assumere comportamenti rischiosi, quali ad esempio giocare d’azzardo, risulta particolarmente alta durante la fase adolescenziale.


Fig. 26 - La più precoce maturazione delle regioni subcorticali quali l’amigdala e lo striato ventrale, rispetto alla successiva maturazione delle regioni corticali, sostiene uno sviluppo non lineare nel comportamento affettivo e del suo controllo volontario durante l’adolescenza. Somerville et al., 2010.

fig 99


Bibliografia

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