Martedí 19 Marzo 2024
 
 

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Gioco d'Azzardo Patologico

In collaborazione con
UOL - Medicina Legale
Laboratorio Tossicologia Forense
dronetplus.eu

Le terapie cognitivo-comportamentali



Lo scopo delle terapie cognitivo-comportamentali deve essere quello di identificare e tentare di cambiare le distorsioni cognitive del giocatore d’azzardo patologico agendo su due fronti: quello cognitivo e quello comportamentale.

Fig. 40 - Interventi principali delle tecniche di terapia cognitiva. Serpelloni G., 2012.

fig 99

Esistono vari tipi di terapie cognitivo-comportamentali che  possono essere utilizzate (Dowling IJBCT, 2008):

    1. Terapia cognitiva
    2. Approcci cognitivo comportamentali
    3. Interventi brevi
    4. Tecniche di avversione comportamentale e desensibilizzazione
    5. Giocatori anonimi
    6. Approcci focalizzati: Auto-esclusione; Consulenza finanziaria
    7.  

  Nelle tecniche di terapia cognitiva più in uso, gli interventi principali sono fondamentalmente quattro:

    1. Interventi di tipo educativo
    2. Aumento della consapevolezza sugli errori cognitivi
    3. Sviluppo di dubbio sulla validità di pensieri irrazionali e credenze
    4. Ristrutturazione cognitiva


L’approccio cognitivo-comportamentale agisce sul controllo degli stimoli che vengono associati al gioco d’azzardo e si pone come obiettivo principale quello di rinforzare la capacità di coping per la prevenzione delle recidive. Questo approccio parte dall’assunto che gli stimoli scatenanti, siano essi interni o esterni, portano ad un’attivazione del sistema nervoso autonomo con una successiva attivazione dei pensieri di gioco sulla base dei quali si attiva un bisogno impellente di giocare, cioè una situazione di craving, che porta al comportamento di gioco patologico con recidive frequenti. Contemporaneamente, il deficit del controllo dell’impulsività connotato da una scarsa attività di coping e controllo prefrontale, da scarse capacità di problem solving, da incapacità di rimandare la gratificazione e una scarsa flessibilità nel rielaborare le proprie convinzioni, creano quindi una situazione patologica su cui gli approcci cognitivo comportamentali possono intervenire.

Fig. 41 - Impulsività e GAP.

fig 99

Alcuni autori (Hodgins 2001) hanno sottolineato l’importanza e soprattutto la sostenibilità di alcuni “interventi brevi” che si sono dimostrati efficaci per pazienti non complicati da comorbidità. Tecniche utilizzabili sono quelle basate sull’uso dei media per recuperare i pazienti, sull’uso di manuali di autoaiuto, sull’utilizzo di personale addestrato ad hoc, oltre che sul counseling motivazionale telefonico. Anche i giocatori anonimi, gruppi molto presenti e attivi su vari territori, sono stati valutati positivamente in termini di efficacia e sostenibilità (Petry 2001). Altri approcci che sono stati attuati soprattutto negli Stati Uniti, chiaramente in accordo con il paziente e le sale da gioco, sono le tecniche di “auto-esclusione” del giocatore d’azzardo, che prevedono la confisca delle vincite se il soggetto viene trovato all’interno delle sale che ne abbiano inserito il nominativo, su autorizzazione dell’interessato, nelle liste delle persone prescritte alla frequentazione delle sale da gioco. Anche forme di consulenza finanziaria si sono dimostrate utili e vengono fornite per aiutare il paziente a gestire situazioni ansiogene di debito. Utile è risultato l’invio all’associazione per la difesa dei diritti e dei consumatori per ricorso ad avvocati che si occupano di bancarotta.




Bibliografia

  • Dowling N, Smith D, Thomas T. A comparison of individual and group cognitive-behavioural treatment for female pathological gambling. Behav Res Ther.2007 Sep;45(9):2192-202. Epub 2006 Dec 28.
  • Hodgins DC, Currie SR, el-Guebaly N. Motivational enhancement and self-help treatments for problem gambling. J Consult Clin Psychol 69:50-57, 2001.
  • Petry, N. M. (March 2002). Petry NM. Pathological gamblers, with and without substance use disorders, discount delayed rewards at high rates. Jabnorm Psychol 110:482-487. 2001.