Caratteristiche cognitivo-emozionali
Nelle persone vulnerabili è stato riscontrato un incremento della rilevanza degli stimoli gratificanti associati al gioco d’azzardo, seguito da un’alterazione dell’elaborazione della ricompensa e della punizione in relazione con il condizionamento comportamentale. Si è rilevata inoltre un’alta impulsività con deficit dell’autocontrollo prefrontale. Questa problematica comporta anche una compromissione della capacità di decision making e soprattutto della stima della probabilità di vincita. Spesso infatti si riscontrano credenze erronee e distorsioni cognitive proprio su questo versante. Una caratteristica costante di queste persone è la propensione al rischio (novelty seekers) (Shaffer HJ, 1996).
Fig. 27 - Principali alterazioni dei processi cognitivo-comportamentali nel gioco d’azzardo patologico. Serpelloni, 2012.
Come si instaura il gioco d’azzardo patologico
La generazione ed il mantenimento del comportamento di gioco patologico che avviene nelle persone vulnerabili passa attraverso una prima fase di ricerca e sperimentazione volontaria dello stimolo, il cosiddetto gioco informale o ricreativo. In questo modo, il soggetto sperimenta l’effetto gratificante ed eccitante che contemporaneamente può essere percepito come “sedativo/inibente” di pensieri negativi e/o ansie esistenziali, producendo a volte un aumento dell’autostima e socializzazione. Questi effetti portano di solito ad un rinforzo e ad una continuazione del comportamento, passando quindi da un gioco informale/ricreativo ad un gioco problematico.
Fig. 28 - Generazione e mantenimento del comportamento di gioco. Serpelloni, 2012.
La continuazione del gioco problematico produce due effetti fondamentali: il primo consiste in un modellamento ed una modulazione cognitiva e simbolica che il soggetto struttura attorno al gioco, alle sue esperienze di vincita e di perdita, alle proprie abilità e alle fantasie di vario tipo che questo comporta. Il secondo consiste in un effetto strutturale neuro-plastico del cosiddetto “motore neurocognitivo” dove si ha da una parte la diminuzione del controllo volontario e della corteccia prefrontale, dall’altra un aumento del drive emozionale, dipendente soprattutto dall’amigdala. Il tutto comporta un apprendimento ed uno sviluppo di meccanismo/sistemi cerebrali autonomi che condizionano fortemente il comportamento del soggetto, esprimendo quindi un gioco patologico compulsivo fuori controllo.
Gioco d’azzardo e dopamina
Uno studio molto recente (Joutsa et al, 2011) ha mostrato che la dopamina nel corpo striato viene rilasciata durante il gioco indipendentemente dai suoi risultati, suggerendo che la mera aspettativa/predizione di ricompensa sia sufficiente ad indurre cambiamenti dopaminergici. Benché il rilascio di dopamina durante il gioco alle slot machine sia comparabile con quello nei controlli sani e dei giocatori d’azzardo patologici, la maggior gravità dei sintomi è associata ad una maggior risposta dopaminergica. Questo, in altre parole, significa che la gratificazione nel giocatore patologico è sostenuta soprattutto non tanto dalla vincita, come nei soggetti normali, ma proprio dalla fase di aspettativa che è in grado di far produrre alti livelli di dopamina. Più questi sono elevati, più aumenta la gravità clinica dei sintomi. Questo probabilmente in relazione al fatto che più il soggetto vulnerabile trae soddisfazione dal passare molto tempo giocando d’azzardo, più questo comportamento diventa unica fonte (polarizzazione del sistema di reward) di gratificazione comportamentale, inducendo il soggetto a percorsi sociali e di vita estremamente problematici.
Bibliografia
Fig. 27 - Principali alterazioni dei processi cognitivo-comportamentali nel gioco d’azzardo patologico. Serpelloni, 2012.
Come si instaura il gioco d’azzardo patologico
La generazione ed il mantenimento del comportamento di gioco patologico che avviene nelle persone vulnerabili passa attraverso una prima fase di ricerca e sperimentazione volontaria dello stimolo, il cosiddetto gioco informale o ricreativo. In questo modo, il soggetto sperimenta l’effetto gratificante ed eccitante che contemporaneamente può essere percepito come “sedativo/inibente” di pensieri negativi e/o ansie esistenziali, producendo a volte un aumento dell’autostima e socializzazione. Questi effetti portano di solito ad un rinforzo e ad una continuazione del comportamento, passando quindi da un gioco informale/ricreativo ad un gioco problematico.
Fig. 28 - Generazione e mantenimento del comportamento di gioco. Serpelloni, 2012.
La continuazione del gioco problematico produce due effetti fondamentali: il primo consiste in un modellamento ed una modulazione cognitiva e simbolica che il soggetto struttura attorno al gioco, alle sue esperienze di vincita e di perdita, alle proprie abilità e alle fantasie di vario tipo che questo comporta. Il secondo consiste in un effetto strutturale neuro-plastico del cosiddetto “motore neurocognitivo” dove si ha da una parte la diminuzione del controllo volontario e della corteccia prefrontale, dall’altra un aumento del drive emozionale, dipendente soprattutto dall’amigdala. Il tutto comporta un apprendimento ed uno sviluppo di meccanismo/sistemi cerebrali autonomi che condizionano fortemente il comportamento del soggetto, esprimendo quindi un gioco patologico compulsivo fuori controllo.
Gioco d’azzardo e dopamina
Uno studio molto recente (Joutsa et al, 2011) ha mostrato che la dopamina nel corpo striato viene rilasciata durante il gioco indipendentemente dai suoi risultati, suggerendo che la mera aspettativa/predizione di ricompensa sia sufficiente ad indurre cambiamenti dopaminergici. Benché il rilascio di dopamina durante il gioco alle slot machine sia comparabile con quello nei controlli sani e dei giocatori d’azzardo patologici, la maggior gravità dei sintomi è associata ad una maggior risposta dopaminergica. Questo, in altre parole, significa che la gratificazione nel giocatore patologico è sostenuta soprattutto non tanto dalla vincita, come nei soggetti normali, ma proprio dalla fase di aspettativa che è in grado di far produrre alti livelli di dopamina. Più questi sono elevati, più aumenta la gravità clinica dei sintomi. Questo probabilmente in relazione al fatto che più il soggetto vulnerabile trae soddisfazione dal passare molto tempo giocando d’azzardo, più questo comportamento diventa unica fonte (polarizzazione del sistema di reward) di gratificazione comportamentale, inducendo il soggetto a percorsi sociali e di vita estremamente problematici.
Bibliografia
- Joutsa J, Saunavaara J, Parkkola R, Niemelä S, Kaasinen V. Extensive abnormality of brain white matter integrity in pathological gambling. Psychiatry Research: Neuroimaging 194 (2011) 340–346.
- Shaffer HJ, Hall MN: Estimating the prevalence of adolescent gambling disorders: a quantitative synthesis and guide toward standard gambling nomenclature. J Gambl Stud 12: 193-214, 1996.